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Servizi sociali, democrazia e federalismo nei piccoli comuni

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Servizi sociali, democrazia e federalismo nei piccoli comuniCol riconoscimento di Ente d’Ambito proprio della Comunità Montana Sirentina, avvenuto in data 24/10/2006 ad opera della delibera di Consiglio Regionale n. 47/2, si è concretizzato l’impegno profuso dagli amministratori della Comunità Montana e quello in primo luogo del Presidente Venta Giuseppe.


Infatti, prima, il territorio della Comunità Montana, con i 14 Comuni facenti parte, risultava spezzettato in più parti ed appartenenti ad altre Comunità Montane, senza che potesse essere seguita una politica unitaria di intervento sociale del comprensorio.


Col riconoscimento e la successiva nomina del Responsabile Unico dell’Ente d’Ambito nella persona di Luigi Fasciani, è stata attivata la consulta dei Sindaci, sono stati assunti n. 5 professionisti con contratto a tempo determinato ed è partito l’intervento unitario di assistenza sociale nei 14 Comuni del territorio sirentino. Possiamo dire che i servizi sociali e quel che rappresentano, sono stati calati nel territorio con la percezione della loro importanza da parte di tutti i cittadini.


Una nuova forza operativa al fianco del cittadino che sta facendo sentire le sue azioni in tutto il territorio della Comunità Montana e quindi anche nel nostro comune. In pratica con il nuovo corso, si stanno realizzando una serie di attività che hanno garantito aiuto e sostegno in più occasioni. Nel nostro Comune sono stati realizzati diversi servizi come due borse lavoro, il trasporto per un dializzato; E’ stata ripresa l’assistenza domiciliare agli anziani che, naturalmente, dovrà essere perfezionata ed estesa; Sono state attivate delle politiche di attenzione verso i più piccini per le colonie estive ed è stato messo in funzione il centro diurno di Castelvecchio col compito di far socializzare i ragazzi dei sei comuni ricadenti nel territorio Subequano.


Ogni settimana, il giorno di Martedì, dalle ore 11:15 alle ore 13:15, negli Uffici del Comune, è presente la dott.ssa Franca Silveri per reperire le esigenze dei cittadini e rapportarli all’Ente d’Ambito per verificare la fattibilità dei bisogni. Naturalmente, come ogni inizio e come ogni attività che nasce, ci saranno state della disfunzioni, il meccanismo dovrà essere perfezionato, ma è partito e nel futuro dovrà essere aggiustato e potenziato.


Oggi, purtroppo, tutto questo viene messo in discussione dal nuovo piano sanitario regionale che, nell’annualità 2008 – 2010, prevede l’accorpamento degli ambiti Sociali ai Distretti sanitari. In pratica una riduzione da 35 ambiti sociali a 25 facendoli coincidere con i distretti sanitari;


Per il nostro ambito vorrebbe dire ritornare alla situazione di partenza quando i sindaci dei nostri comuni dovevano confrontarsi e divider i servizi sociali con Sulmona, Pratola e Raiano, con maggior peso politico e quindi con maggiore pretese e benefici.


In pratica i nostri piccoli comuni rischierebbe di ripiombare in una situazione di apatia sociale. Infatti, tutto tornerebbe a prima dell’esistenza dell’attuale ambito con la nostra zona che dovrà riconfrontarsi con realtà a noi distanti sia dal punto di vista culturale e orografico che dal punto di vista delle problematiche sociali con ripercussioni negative nel nostro territorio. Beninteso non vogliamo dire che i servizi sociali prima non funzionavano ma semplicemente che erano meno vicini alle persone dei territori lontani dai grandi centri.


E tutto questo per una serie di considerazioni:

- perché gli addetti non agivano sul territorio ;

- perché il controllo sui servizi sociali non veniva esercitato da amministratori del posto ma tutto si limitava alle due ore di sportello di segretariato sociale previste dalla legge;

- perché le città e i Paesi più grandi hanno anche maggiori possibilità di spesa e di accessibilità verso le strutture sanitarie e sociali poste nelle loro aree.


Ora ritornare al passato significherebbe ridare maggior valore decisionale ai centri maggiori come Sulmona, Pratola Peligna, L’Aquila ed Avezzano. Questo vuol dire fagocitare e far passare in secondo piano tutte le richieste e le problematiche provenienti dai centri minori periferici allontanandoci dalla democrazia rappresentativa, oltretutto lontano ed in controtendenza dalle politiche di federalismo che il Parlamento sta attuando in questi giorni.


Insomma uno scenario che non possiamo permettere che si avveri senza che la nostra voce si faccia almeno sentire.

Il Sindaco di Secinaro, Colantoni Giuseppe

 

 

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