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La montagna e i montanari protestano

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La montagna e i montanari protestano

MANIFESTO DI ASIAGO



Noi, montanari delle terre alte d’Italia, liberamente riuniti nell’altipiano di Asiago il 23 e 24 ottobre 2008 nel ricordo dell’insegnamento di Mario Rigoni Stern che qui nacque e produsse la sua opera culturale e sull’esempio della “Spettabile Reggenza dei Sette Comuni”, autentico modello di federazione montanara autonoma e solidale che in queste alture esercitò la propria sovranità per quasi cinque secoli ponendosi come esempio delle autonomie e delle libertà dei popoli delle montagne

CONSTATANDO

Che la fase storica di profonda trasformazione del mondo globalizzato sta modificando nel profondo l’architettura sociale, politica e istituzionale sulla quale si sono poggiati i regimi democratici repubblicani nati all’indomani del secondo conflitto mondiale, e che va facendosi concreta la lotta per la conservazione o per il dominio delle risorse naturali nella quale i territori montani e le loro popolazioni rischiano di essere emarginati e ridotti al rango di semplici spettatori passivi

AFFERMANDO

Che restano pienamente validi, per la nuova Italia che si apre al federalismo come strumento per il governo dei tempi nuovi, i principi di equità e solidarietà sanciti sessanta anni fa dalla Costituzione della Repubblica Italiana, e segnatamente i valori delle pari opportunità tra città e montagna sanciti dall’articolo 44 , dell’uguaglianza di tutti i cittadini sanciti dall’articolo 3 e del ruolo prezioso delle autonomie locali sancito dall’articolo 5

RITENENDO

Che occorra riscrivere il “Patto tra le Città e le Montagne”, la quale assicura e garantirà ancor più in futuro la vivibilità, l’approvvigionamento e la sicurezza delle aree urbane e pianeggianti, e che questo patto si debba fondare sui tre principi fondamentali sanciti dalla Carta di Chivasso, debitamente aggiornati:

a) autonomie politiche amministrative e finanziarie

Nel quadro generale della trasformazione federale dello Stato italiano alle vallate montane deve essere riconosciuto il diritto all’autonomia politica, amministrativa e finanziaria, attraverso il rilancio e il rafforzamento della Comunità Montana come unico strumento sussidiario, adeguato e differenziato dei piccoli Comuni montani, agenzia per lo sviluppo del territorio montano e dei servizi locali, luogo della soggettività politica di un ambito territoriale montano omogeneo, soggetto gestore delle politiche di coesione.

b) autonomie culturali e scolastiche

Al fine di salvaguardare, aggiornare e dare un avvenire alle molteplici culture delle montagne italiane, nel rispetto delle loro tradizioni e delle loro identità, alle realtà montane dovranno essere garantite le loro particolari autonomie culturali e linguistiche, che dovranno sostanziarsi sia nel diritto allo studio e all’uso delle lingue, delle storie e delle culture locali sia nella garanzia della permanenza del servizio scolastico pubblico nelle aree montane secondo quanto stabilito dalla “Legge sulla Montagna” del 1994 come elemento irrinunciabile dell’identità di una comunità locale.

c) autonomie economiche

Le risorse della montagna sono diventate fondamentali, essenziali per la sopravvivenza di città e pianure. Senza l’acqua che scende dai rilievi le pianure smettono di essere fertili, e le aree metropolitane non si dissetano. Eppure nulla viene riconosciuto alle montagne e alle loro popolazioni per il rilascio di questo importante bene, anzi al contrario il suo valore e il suo impiego viene stabilito nelle città. Senza il sole, il vento e le biomasse forestali delle montagne italiane non si raggiungerà la sostenibilità del fabbisogno energetico nazionale. Eppure nulla viene riconosciuto in cambio di questo al territorio montano e a chi lo abita. Senza i 10 milioni di ettari delle foreste montane non si potrà stoccare l’anidride carbonica prodotta a ritmo continuo dalle città. Eppure nulla viene riconosciuto alla montagna per questa sua funzione di produttrice di aria salubre per l’intera collettività nazionale.

Nell’Italia che si avvia a diventare federale i diritti dei territori montani e delle loro popolazioni a concorrere sussidiariamente al governo delle risorse naturali devono essere sanciti, riconosciuti e garantiti .

E il principio codificato nella legge sui sovracanoni idroelettrici di un ritorno al territorio montano di tali controvalori deve essere applicato a tutte le risorse naturali impiegate e utilizzate a beneficio della collettività nazionale: aria, acqua, territorio, suolo, legno, pietre, risorse agricole sono le risorse delle montagne italiane e al tempo stesso le risorse dell’economia del futuro. La loro manutenzione dovrà essere “contrattualizzata” come un servizio fondamentale per il Paese, e il loro eventuale sfruttamento “di mercato” dovrà essere negoziato con le popolazioni locali delle montagne rappresentate dalle loro istituzioni, e debitamente remunerato.

Così, realizzando appieno l’autonomia e la sussidiarietà economica, le comunità delle montagne italiane potranno diventare sostenibili e sicure, e tramandare alle future generazioni sia il patrimonio naturale che quello culturale ed etico.


FACCIAMO APPELLO ALLA COMUNITA’ NAZIONALE, ALLE SUE ISTITUZIONI E ALL’OPINIONE PUBBLICA AFFINCHE’ I DIRITTI SECOLARI DELLE POPOLAZIONI E DELLE GENTI DELLE MONTAGNE ITALIANE TROVINO SPAZIO E GARANZIE NELL’ITALIA DI DOMANI


In assenza di una politica robusta e autonoma, priva di un respiro lungo e forte, rischiano di trovare spazio solo le lobby economiche e finanziarie che comprimono gli spazi democratici della vita pubblica e accumulano molte, troppe risorse nelle mani di pochi. In questa prospettiva le montagne rischiano di essere trasformate nello spazio del loisir cittadino da un lato e nel giacimento che alimenta le accumulazioni metropolitane dall’altro. La crisi finanziaria della fine del 2008 ci insegna che è necessario il ritorno ad una politica dell’interesse generale, dell’orizzonte lontano, della costruzione del domani. Non la costruzione del semplice futuro, perché quello c’è comunque. Ma la creazione dell’Avvenire, cioè dell’avvenimento che vede l’Uomo protagonista, egli stesso rinnovato, nella prospettiva del tempo.

Ed è per l’ avvenire dell’ Uomo nuovo delle montagne italiane, per i suoi diritti e per le sue generazioni che verranno che intendiamo batterci affinché una Politica giusta, equa e solidale ricompaia nella nostra Italia, dando un futuro autentico alle montagne e alle popolazioni che in essa abitano come paradigma esemplare del futuro del Paese.


Asiago, 23 ottobre 2008, nel Sessantesimo della Costituzione Repubblicana



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